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Sull'imminente TFA III ciclo



Pubblichiamo qui sul nostro sito il testo ufficiale del comunicato inviato in data odierna alla testata OrizzonteScuola, che ha pubblicato a sua volta un sunto di quanto da noi esposto a questo link. Ringraziamo OrizzonteScuola per la rilevanza data alla notizia. Speriamo che il Ministero sia intervenuto tempestivamente sulla programmazione dei posti, provvedendo a una reale razionalizzazione delle disponibilità rispetto alla platea di docenti abilitati. Inoltre auspichiamo che il Ministero corregga presto l'errore del reclutamento scolastico, eliminando per gli abilitati il doppio step selettivo, decisamente discriminante.




Associazione A.D.A.M. - Il MIUR, come già riportato su Orizzonte Scuola nel resoconto della nostra visita a viale Trastevere, intende bandire un terzo ciclo di TFA. Il bando, stando a quanto da noi appreso nel corso dell’incontro, sarebbe pronto e in dirittura di arrivo, e prevederebbe posti per tutte le cdc.

Non abbiamo espresso un parere pubblico sinora su questa questione delicata, perchè, se da un lato è vero che un nuovo ciclo di TFA andrebbe a congestionare le graduatorie dei docenti abilitati in discipline “affollate” (si pensi alle discipline giuridiche e aziendali, a titolo di esempio), esso rappresenta anche una opportunità d’oro, l’unica al momento, per quei laureati che desiderino intraprendere la carriera di insegnante, ma che sono fuori per ragioni anagrafiche dalla terza fascia GI. Questi laureati si trovano nella condizione in cui molti tieffini, oggi con poco o senza servizio, si trovavano qualche anno fa. Per questo avevamo manifestato al dirigente MIUR il nostro dissenso al che la programmazione dei posti del nuovo TFA non rispettasse il vero fabbisogno della scuola: perchè se è vero che da un lato i docenti di lingue straniere, di italiano, matematica e scienze sono necessari, dall’altro per alcune cdc sarebbe saggio e opportuno attivare procedure di abilitazione aggregate, regionali o addirittura interregionali (con buona pace delle università che per una volta dovrebbero saltare il turno), anche per non illudere tanti neolaureati sul fatto di poter riuscire a diventare insegnanti in tempi brevi, cosa attualmente ancora lontana dalla realtà. Questi giovani sono completamente ignari di ciò che li aspetta: una dura selezione in ingresso, nominalmente sulla base del fabbisogno, un percorso in salita di un anno, il pagamento di costose tasse. Il tutto per poi partecipare a un concorso dove il riconoscimento di un bonus punteggio, unica tutela per gli abilitati di seconda fascia, non assicurerà il superamento di ulteriori prove selettive, perchè il fabbisogno espresso nel decreto istitutore del TFA verrà disatteso dalla sproporzione fra il numero di candidati abilitati e il numero di posti disponibili.

Il nuovo ciclo di TFA è soltanto propedeutico alle necessità di proteggere la legge 107 e l’aggiornamento delle graduatorie da possibili ricorsi: deve concludersi entro l’aggiornamento della terza fascia per impedire a possibili ricorsisti di ottenere l’accesso alle GI col semplice titolo di laurea. Esso valrà alle terze fasce punti aggiuntivi in graduatoria.

Ma ancora una volta, il Ministero si rifiuta di correggere l’errore del reclutamento italiano: lo scollamento tra il titolo di abilitazione, peraltro anche selettivo in questo caso, e l’ingresso in ruolo. Siamo infatti ancora desiderosi di comprendere quale sarà, per il Ministero e per i parlamentari della maggioranza, la differenza tra il titolo TFA e quello delle scuole di specializzazione previste dagli istituendi concorsi corsi, e dunque anche desiderosi di comprendere il motivo per cui gli abilitati con TFA siano condannati ad affrontare un doppio step selettivo, a differenza anche delle nuove figure che questo Ministero stesso intende creare. Ecco perchè a nostro avviso il TFA dovrebbe ricevere il riconoscimento del valore concorsuale.


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